GRAZIE A VOI TUTTI CHE CI SEGUITE OGNI GIORNO. IL VOSTRO ESSERCI FA GRANDE IL NOSTRO LAVORO. GRAZIE DA TUTTI I COTTOLENGO NEL MONDO.
martedì 29 luglio 2014
TUBOPLASTY
TUBOPLASTY
Many
believe that it is useless to do a tuboplasty to somebody who cannot have
children because of bilateral tubal blockage, because the rate of success of
the operation is extremely low according to literature.
But because
it is the last procedure many people here can afford, I have always decided
that it is worthy to try. Actually very few of my patients would have enough
money to try an “in vitro fertilization”: so at least we get a chance with
tuboplasty.
Although I
do not have data from Chaaria, I can say for sure that tuboplasty is not a useless
operation, because after it many couples have got children.
Even today
I had a great joy when I have done an ultrasound to a patient I had operated at
the beginning of April: as you can see from the picture she is already
pregnant. The embryo is viable, the heart activity is present and I was even
able to see the embryonic movements in the amniotic fluid. The gestational age
is of 10 weeks.
What an
experience to show the picture on the monitor to the anxious mother who was
infertile and did not have any child! What an emotion for me when she cried of
joy and started to pray in order to thank God for the life she had conceived!
With this
post I simply wanted to share my satisfaction for the pregnancy we have
achieved just 4 months after the tuboplasty.
Results
like this one will encourage us to continue with the procedure even in future.
Br Dr
Joseph Gaido
lunedì 28 luglio 2014
Povero piccolo
Era nato a casa circa due
settimane fa.
La mamma non si è accorta
che non stesse bene ed ha aspettato troppo.
Sette giorni orsono è
comparsa la febbre ed il peso del piccolo ha iniziato a diminuire. Quasi
contemporaneamente la mamma si è accorta che la montata lattea era finita.
Invece di venire in
ospedale ha deciso di rivolgersi allo stregone, o guaritore tradizionale, come
qui lo chiamano.
Non so quali rimedi siano
stati proposti: fatto sta che il bimbo è arrivato stasera a Chaaria in condizioni
pessime: ha febbre a 41°C, è molto disidratato, ha la bocca piena di mughetto
ed ha segni chiarissimi di malnutrizione.
Il suo peso è di due
chili e settecento grammi.
Non è anemico ma ha la
glicemia alta, forse perchè il suo organismo è sotto stress a causa della
febbre altissima. I suoi polmoni sono abbastanza congesti ed il cordone
ombelicale mostra segni di infezione.
Oltre che disidratato e
denutrito, questo bimbo ha quindi anche una sepsi neonatale.
Lo copriamo con tutte le
terapie del caso, dagli antibiotici, all’antimicotico orale. Lo idratiamo ed
iniziamo una nutrizione enterale con latte in polvere.
Speriamo che ce la
faccia!
Certo avremmo avuto più
possibilità se la mamma fosse venuta prima in ospedale e non si fosse rivolta
allo stregone, ma nostro compito è quello di aiutare la povera gente, senza mai
giudicarla.
Fr Beppe
sabato 26 luglio 2014
COTTOLENGO FOOTBALL CLUB CHAARIA
COTTOLENGO FOOTBALL CLUB CHAARIA
Il torneo non è andato propriamente come avremmo voluto, in quanto siamo in finale solo per il terzo e quarto posto.
Il sogno di vincere il campionato è svanito con un’inaspettata sconfitta in casa sul campo di Chaaria: a quella disfatta erano presenti come spettatori anche Fr Giuseppe Visconti, superiore generale, e Fr Marco Rizzonato, vicario generale.
Speriamo nella terza posizione.
Nel frattempo la squadra di calcio mantiene fede agli ideali di solidarietà che si è prefissa fin dal principio ed anche oggi è venuta per alcune ore di volontariato presso il centro dei Buoni Figli. Pure in passato i giovani calciatori erano venuti più volte per attività a favore dei ragazzi della missione, insieme all’allenatore. Nelle foto vedete anche i nostri clinical officers Jonah e Martin, anch’essi titolari della squadra. Ad accogliere i membri del Cottolengo Football Club c’era Fr Dominic, il quale presta il suo servizio presso i Buoni Figli. I giovani hanno aiutato per alcune ore prendendosi cura dei nostri ragazzi e facendo loro barba e capelli. Hanno anche portato dei doni in natura.
Il presidente della squadra, Fr Giancarlo Chiesa, e tutti i suoi membri esprimono inoltre sincera riconoscenza alla volontaria Lorena Melchio attraverso la quale stiamo per ricevere una sostanziosa donazione di scarpe da calcio e magliette.
Anche riguardo al Cottolengo Football Club Chaaria, possiamo dire che la nostra non è solo un’azione assistenziale e sanitaria, ma che tentiamo di essere presenti come promotori del bene in vari settori del tessuto sociale della nostra zona. Insieme al calcio tentiamo di trasmettere ai giovani anche il valore della solidarietà e del volersi bene reciprocamente
La comunità di Chaaria
venerdì 25 luglio 2014
I NEVER WANTED TO DIE
I NEVER WANTED TO DIE
It was a caesarean section at 10 pm. The
condition of the foetus was not good, so I was to be very quick with spinal
anaesthesia.
But God has helped me and the procedure
took only a few minutes.
Scrubbing was done at an unbelievable
speed, and the time between cutting the skin and removing the baby was about
five minutes only.
In spite of thick meconium the baby girl
started crying immediately and I felt very relieved. But, while continuing with
the stitching of the uterus, I was called to the labour room because the new
born was not able to breath.
It was a terrible decision for me: do I
continue the operation because I am the only doctor in theatre, or do I rush to
resuscitate the baby?
The decision came quickly: I have asked for
warm saline solution; I have soaked a green towel and covered the wound of the
mother.
I have told the people helping me for the
operation to hold on and to call me in case of any anaesthesiological problem
for the patient. Then I have rushed to the labour room: the infant was not
breathing at all and the heart beat was very slow.
But probably a miracle took place in front
of my eyes: I have started pumping oxygen into the lungs of the new born and I
have performed a cardiac massage.
I really don’t know which of the two
procedures was more effective; the fact is that in no time the breathing
started and became regular, while the heart beat restarted as well.
My joy was great and I rushed quickly to my
cooperators in theatre: the patient was calm; there had been very little
bleeding and we could continue with our operation without problems. It is a
happy story because both mother and child are alive and good, but it is also an
example of the dire challenges we face in Chaaria, above all at night and
during the weekends.
Dr. Bro. Giuseppe Gaido
giovedì 24 luglio 2014
Anche per chi non ha soldi
Anche per chi non ha soldi noi ci siamo...
NN era caduto dal mototaxi ed aveva riportato frattura di
entrambe le braccia. Era stato trasportato nel più vicino ospedale dove le
radiografie avevano confermato la presenza di frattura scomposta di radio ed ulna
ad entrambi gli arti superiori.
NN aveva bisogno di intervento ortopedico perchè la doccia
gessata applicatagli non avrebbe certo consentito la guarigione.
Senza operazione egli avrebbe potuto diventare come uno dei
tanti mendicanti che vedo a Meru: per farsi dare una moneta, fanno ballonzolare
davanti ai tuoi occhi le braccia rotte e mai operate, in cui le ossa non si
sono mai più saldate. Sono figure grottesche che usano le loro deformità per
attirare la compassione. Eppure forse all’inizio erano solo persone nella
stessa situazione di NN, persone che avrebbero potuto essere ancora produttive
ed utili per la società se qualcuno li avesse operate.
“Ci vuole un intervento ortopedico ed il prezzo è altissimo.
Se vuoi ti possiamo operare nell’ospedale privato”, era stato detto chiaramente
ad NN.
Egli però non era mai riuscito a trovare l’esosa cifra di
denaro richiesta, e dopo una settimana di ospedale in cui nulla gli veniva
fatto, aveva deciso di farsi dimettere e di venire a Chaaria... il solito
viaggio della speranza che molti intraprendono.
Abbiamo creduto subito alla sua storia, sia perchè l’avevamo
già sentita decine di altre volte, e sia perchè sappiamo il prezzo di questo
tipo di intervento in un ospedale privato.
Non abbiamo quindi avuto dubbi sul da farsi ed abbiamo operato il
braccio destro il giorno stesso del ricovero: riduzione a cielo aperto dei
monconi di frattura e fissazione interna con placca e viti sia sul radio che
sull’ulna. L’indomani abbiamo operato il braccio sinistro con una procedura
analoga.
Tutto è andato benissimo; il post-operatorio è stato
eccellente ed abbiamo già tolto i punti: con nostra soddisfazione la ferita è
perfettamente chiusa.
NN dovrà stare con il gesso ad entrambe le braccia per un
mese e poi fare fisioterapia, ma siamo sicuri che potrà nuovamente usare le
mani e non sarà ridotto nelle condizioni di quei poveri mendicanti che vedo
spesso a Meru. Potrà lavorare e guadagnare qualcosa per la sua famiglia.
NN ha avuto problemi anche con il modesto contributo economico
che chiediamo qui a Chaaria, ed abbiamo comunque accettato quello che è stato
in grado di pagare. Adesso è già stato dimesso.
Quello che è successo a NN ci incoraggia a continuare nel
nostro operato e nel nostro sforzo di fare sempre di più, perchè molta gente ha
ancora bisogno di noi. Siamo qui per tutti, ma lo siamo specialmente per quelli
che sono economicamente svantaggiati e poveri.
Certamente non siamo l’ospedale migliore del Meru, ma di
sicuro siamo il più a buon prezzo ed anche quello dove la gente che non può
permettersi di andare altrove può trovare una risposta ai suoi problemi di
salute.
Oso pensare che il nostro Santo Fondatore sia contento di
Chaaria, pure per questo aspetto.
Fr Beppe Gaido
mercoledì 23 luglio 2014
Foto di un viaggio 2
Il loro sguardo ti entra ponendoti molte domande. Quali risposte? Che cosa fare? Loro fanno parte anche della mia vita.
martedì 22 luglio 2014
lunedì 21 luglio 2014
GLI ORFANELLI DI CHAARIA
GLI ORFANELLI DI CHAARIA
Mesi fa il Signore ci mandò Camilla Mukomwenda, che morì dopo il parto nel nostro ospedale e ci regalò la piccola e bellissima Mary-Rita, che è ancora qui con noi. Mary-Rita è una bellissima bambina di circa 6 mesi. La sua mamma si chiama Camilla Mukomwenda e fu ricoverata da noi
in dicembre per malaria cerebrale. Abbiamo tentato a lungo di salvarla, ma il coma è diventato sempre più profondo. Per un mese e mezzo è stata ricoverata senza che nessuno venisse a visitarla. Un giorno abbiamo deciso di andare in macchina a cercare qualche parente. Abbiamo viaggiato per 40 Km lungo una strada terribile e siamo giunti in una isolata capanna di fango, dove abbiamo trovato un uomo completamente pazzo e violento. La capanna era così mal messa da farci
temere che sarebbe caduta da un momento all’altro. Da quel giorno abbiamo perso ogni speranza in un possibile reinserimento di Camilla o della futura creatura. Quando ormai il coma di Camilla sembrava irreversibile, abbiamo indotto il travaglio ed abbiamo estratto una piccola bimba di circa 1
Kg. L’abbiamo messa in incubatrice per 2 mesi … ora la piccola è stata battezzata, è sanissima e pesa più di 4 Kg. L’unico punto interrogativo è il futuro: che cosa faremo di Mary Rita quando
crescerà? Camilla morì pochi giorni dopo il parto. Altro bimbo che abbiamo seguito in questi ultimi sei mesi è Mark Mwenda. Anche lui è nato qui da noi da una mamma psichiatrica che un po’ tutti conosciamo perchè è una senza-fissa-dimora che vagola nei villaggi attorno a Chaaria. L’abbiamo fatta partorire gratuitamente e poi il suo spirito libero l’ha spinta a scappare di notte dal nostro
ospedale di notte, dimenticandosi completamente del suo piccolo. Lo abbiamo battezzato noi, e noi abbiamo scelto il suo nome perchè la mamma non sa neppure di essere al mondo, i familiari non si curano di lei, ed il padre deve essere qualche approfittatore che l’ha violentata dietro a qualche cespuglio. Con noi abbiamo Victor, di tre mesi. Ce lo ha portato la polizia. Viene dalle zone montagnose al di sopra di Meru. Un giorno alcune donne che raccoglievano tè hanno udito dei vagiti tra le frasche; si sono avvicinate ed hanno trovato questo neonato ancora coperto di sangue e con il cordone ombelicale legato da un pezzo di filo di lana. E’ stata molto dura all’inizio perchè Victor pesava solo 1500 grammi. Lo abbiamo posto in incubatrice ed abbiamo iniziato a nutrirlo con
latte in polvere. Ce ne siamo presi cura con tutte le prestazioni sanitarie che avremmo riservato ad un pretermine, curando le sue infezioni respiratorie ricorrenti ed aiutandolo con vari farmaci. Ora
Victor è stabile ed è fuori dell’incubatrice. Al momento pesa 2500 grammi ed è in grade di succhiare benissimo con il biberon. Abbiamo poi Jedida, un’orfana di entrambi i genitori rimasta gravemente cerebrolesa; dopo un attacco di meningite, i nonni, invece di portarla all’ospedale la portarono dallo stregone. Quando ormai era in condizioni terribili (la bimba ha 2 anni e pesa 4 Kg), ce la lasciarono qui dicendo che sarebbero venuti a vederla regolarmente. Da otto mesi però nessuno è mai venuto, e Jedida è completamente a nostro carico. La nutriamo con sondino naso-gastrico, le curiamo i decubiti, la teniamo calda ed umidificata in incubatrice. Non so se ce la faremo a salvarla ma certamente ce la terremo fin quando morirà. Zawadi è invece una bimba un po’ più grande. A vederla sembra avere circa un anno di età. È stata abbandonata nella sala di attesa del nostro ospedale e non sappiamo chi siano i genitori. Sembra una bimba nornale, senza particolari problemi di salute. Certamente la madre l’ha abbandonata qui da noi perchè pensa che ce ne prenderemo cura, ma
è tristissimo per me pensare che un genitore possa avere il coraggio di abbandonare la propria creatura. Non vorremmo tenerla a lungo e con la polizia stiamo facendo ricerche dei genitori, perchè, se iniziamo ad accogliere tutti i trovatelli in questo modo, di sicuro favoriremo comportamenti irresponsabili come questo anche in futuro. Vorremmo trovare la famiglia, capire perchè hanno abbandonato la bambina e vedere se si può dare una mano a risolvere i problemi che hanno
portato all’abbandono. Zawadi non è un nome di battesimo, perchè non sappiamo come si chiami la bambina. Zawadi in kiswahili significa dono, ed è così che la chiameremo finchè non risolveremo la sua situazione, perchè per noi anche lei è un dono di Dio.
Mesi fa il Signore ci mandò Camilla Mukomwenda, che morì dopo il parto nel nostro ospedale e ci regalò la piccola e bellissima Mary-Rita, che è ancora qui con noi. Mary-Rita è una bellissima bambina di circa 6 mesi. La sua mamma si chiama Camilla Mukomwenda e fu ricoverata da noi
in dicembre per malaria cerebrale. Abbiamo tentato a lungo di salvarla, ma il coma è diventato sempre più profondo. Per un mese e mezzo è stata ricoverata senza che nessuno venisse a visitarla. Un giorno abbiamo deciso di andare in macchina a cercare qualche parente. Abbiamo viaggiato per 40 Km lungo una strada terribile e siamo giunti in una isolata capanna di fango, dove abbiamo trovato un uomo completamente pazzo e violento. La capanna era così mal messa da farci
temere che sarebbe caduta da un momento all’altro. Da quel giorno abbiamo perso ogni speranza in un possibile reinserimento di Camilla o della futura creatura. Quando ormai il coma di Camilla sembrava irreversibile, abbiamo indotto il travaglio ed abbiamo estratto una piccola bimba di circa 1
Kg. L’abbiamo messa in incubatrice per 2 mesi … ora la piccola è stata battezzata, è sanissima e pesa più di 4 Kg. L’unico punto interrogativo è il futuro: che cosa faremo di Mary Rita quando
crescerà? Camilla morì pochi giorni dopo il parto. Altro bimbo che abbiamo seguito in questi ultimi sei mesi è Mark Mwenda. Anche lui è nato qui da noi da una mamma psichiatrica che un po’ tutti conosciamo perchè è una senza-fissa-dimora che vagola nei villaggi attorno a Chaaria. L’abbiamo fatta partorire gratuitamente e poi il suo spirito libero l’ha spinta a scappare di notte dal nostro
ospedale di notte, dimenticandosi completamente del suo piccolo. Lo abbiamo battezzato noi, e noi abbiamo scelto il suo nome perchè la mamma non sa neppure di essere al mondo, i familiari non si curano di lei, ed il padre deve essere qualche approfittatore che l’ha violentata dietro a qualche cespuglio. Con noi abbiamo Victor, di tre mesi. Ce lo ha portato la polizia. Viene dalle zone montagnose al di sopra di Meru. Un giorno alcune donne che raccoglievano tè hanno udito dei vagiti tra le frasche; si sono avvicinate ed hanno trovato questo neonato ancora coperto di sangue e con il cordone ombelicale legato da un pezzo di filo di lana. E’ stata molto dura all’inizio perchè Victor pesava solo 1500 grammi. Lo abbiamo posto in incubatrice ed abbiamo iniziato a nutrirlo con
latte in polvere. Ce ne siamo presi cura con tutte le prestazioni sanitarie che avremmo riservato ad un pretermine, curando le sue infezioni respiratorie ricorrenti ed aiutandolo con vari farmaci. Ora
Victor è stabile ed è fuori dell’incubatrice. Al momento pesa 2500 grammi ed è in grade di succhiare benissimo con il biberon. Abbiamo poi Jedida, un’orfana di entrambi i genitori rimasta gravemente cerebrolesa; dopo un attacco di meningite, i nonni, invece di portarla all’ospedale la portarono dallo stregone. Quando ormai era in condizioni terribili (la bimba ha 2 anni e pesa 4 Kg), ce la lasciarono qui dicendo che sarebbero venuti a vederla regolarmente. Da otto mesi però nessuno è mai venuto, e Jedida è completamente a nostro carico. La nutriamo con sondino naso-gastrico, le curiamo i decubiti, la teniamo calda ed umidificata in incubatrice. Non so se ce la faremo a salvarla ma certamente ce la terremo fin quando morirà. Zawadi è invece una bimba un po’ più grande. A vederla sembra avere circa un anno di età. È stata abbandonata nella sala di attesa del nostro ospedale e non sappiamo chi siano i genitori. Sembra una bimba nornale, senza particolari problemi di salute. Certamente la madre l’ha abbandonata qui da noi perchè pensa che ce ne prenderemo cura, ma
è tristissimo per me pensare che un genitore possa avere il coraggio di abbandonare la propria creatura. Non vorremmo tenerla a lungo e con la polizia stiamo facendo ricerche dei genitori, perchè, se iniziamo ad accogliere tutti i trovatelli in questo modo, di sicuro favoriremo comportamenti irresponsabili come questo anche in futuro. Vorremmo trovare la famiglia, capire perchè hanno abbandonato la bambina e vedere se si può dare una mano a risolvere i problemi che hanno
portato all’abbandono. Zawadi non è un nome di battesimo, perchè non sappiamo come si chiami la bambina. Zawadi in kiswahili significa dono, ed è così che la chiameremo finchè non risolveremo la sua situazione, perchè per noi anche lei è un dono di Dio.
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